Interventi
Mucoprolassectomia secondo Longo
L’intervento è indicato in caso di prolasso rettale lieve che si manifesta prevalentemente con disturbi emorroidari.
Il paziente riferisce sanguinamento anale associato ad ano umido con prurito e bruciore anale.
Tale intervento si esegue con l’ausilio di una suturatrice circolare che introdotta nell’ano permette si eseguire una resezione del tratto più superficiale della parete rettale. Tale suturatrice è in grado di resecare e ricucire con l’impiego di piccole graffette che solitamente si perdono spontaneamente dopo qualche settimana.
L’intervento viene eseguito in anestesia spinale o generale con ricovero breve di una notte.
Resezione del prolasso con doppia suturatrice (stapler) o intervento di STARR
In pazienti che presentano un prolasso più voluminoso non è possibile eseguire una resezione rettale con una sola suturatrice perché il contenitore del prolasso all’interno della suturatrice ha un volume determinato. Se il volume è pertanto superiore al contenitore bisogna utilizzare un accorgimento tecnico diverso che ci permette di resecare tutto il prolasso. Con questa metodica si trattano i prolassi dell’uomo che spesso si presentano molto voluminosi e perché nell’uomo il canale anale è più lungo e stretto di quello della donna e non sono facilmente utilizzabili altre suturatrici.
Dato che il volume di resecato è maggiore tale intervento richiede una maggiore attenzione da parte del chirurgo e pertanto è consigliabile che per tali interventi si allunghi l’osservazione postintervento di almeno un giorno.
Resezione di prolasso rettale con ostruita defecazione con transtar
In caso di prolasso rettale completo con esteriorizzazione esterna o occulta del prolasso si pone l’indicazione, se confermata l’ostruita defecazione, ad un intervento di vera e propria resezione circonferenziale del retto.
Tale condizione si manifesta con i disturbi di una ostruzione più o meno significativa dell’evacuazione. Se il prolasso è esteriorizzato la sintomatologia riferita è spesso legata al sanguinamento e al dolore da ulcerazione del prolasso. L’intervento in questo caso consiste nella resezione rettale che viene eseguita da doppia suturatrice lineare e semicircolare (transtar) che ci permette di eseguire con la prima una scomposizione del prolasso e con l’altra una resezione regolata del retto. Questo intervento, che è da considerarsi un intervento di chirurgia maggiore del retto, viene eseguito sempre per via trans anale
Il paziente che esegue tale intervento necessiterà di una degenza più lunga (tre notti) vista l’entità della resezione.
Resezione per prolasso rettale esterno o intervento di Altemeier
Questo intervento viene eseguito in caso di voluminoso prolasso rettale esterno con pareti ispessite, in pazienti anziani che presentano condizioni cliniche che impediscono un intervento per via addominale. L’intervento infatti è possibile in anestesia spinale e consiste in una resezione del prolasso che può essere eseguita con strumenti ad ultrasuoni o bisturi elettrico. L’entità della resezione è molto estesa perché coinvolge il retto ed anche il sigma in quanto dopo la resezione del retto se non estesa al sigma comporterebbe una recidiva immediata del prolasso.
In questo intervento si prende in considerazione come aspetto prioritario non tanto l’aspetto funzionale ma la rimozione del prolasso che spesso sanguina e provoca dolore anale.
È evidente che l’assenza del retto e la presenza di una sutura vicino al margine anale possono essere causa di una incontinenza fecale più o meno severa.
Intervento di rettopessi ventrale laparoscopica o laparotomica
In questo caso, siamo di fronte ad un prolasso rettale completo, dove le condizioni generali del paziente ci permettono un approccio addominale. Si pratica una sospensione del retto, una volta isolato lo stesso dall’addome, con il posizionamento di una rete che viene ancorata al retto e sospesa alla regione sacrale con dei particolari punti di ancoraggio.
Tale intervento, poco invasivo se eseguito per via laparoscopica, presenta alcuni inconvenienti che sono presenti in quasi tutti gli interventi di retto sospensione. Se da una parte si ottiene una buona riduzione del prolasso, dall’altro si peggiora lo svuotamento rettale. Molta attenzione deve essere fatta usando queste reti che potrebbero essere causa di occlusione intestinale in quanto non possono essere messe a contatto con l’intestino.
Intervento di POPS
In questo caso si esegue una sospensione rettale e della cupola vaginale con il posizionamento di una benderella che viene fatta passare da una piccola incisione laterale a ridosso delle spine iliache lungo la parete laterale dell’addome scendendo nella pelvi ed ancorandosi alla cupola vaginale se essa è prolassata per l’assenza dell’utero o anteriormente al retto se l’utero è ancora presente. Eseguendo una trazione dei due capi della benderella si dovrebbe ottere un sollevamento di tutto il piano profondo con una riduzione del prolasso. Questa metodica innovativa, ancora in corso di studio, trova la sua indicazione elettiva nei casi di prolasso rettale associato a prolasso genitale.